In natura il giardino perfetto non esiste. La Natura offre alla nostra vista distese di prati scapigliati, boschi intrecciati di rami, cespugli intricati, spettacoli “teatrali”, che vanno in scena solo per poco tempo, come quello dello spuntar dei fiori e dei funghi… eppure questa “imperfezione estetica” non finisce mai di meravigliarci e di regalarci gioia. Ci sentiamo bene nel bosco, la mente si rilassa e si allarga, il corpo respira, i pensieri diventano più leggeri, più liberi, più creativi.
Perché dunque ricerchiamo nei nostri giardini urbani la perfezione? Ne abbiamo realmente bisogno? Oppure questo ordine che imponiamo al nostro giardino è solo un modo per avere la sensazione di avere tutto sotto controllo?
Il prato curato in maniera impeccabile, con i fili d’erba tagliati dal “barbiere” a pochi centimetri, è un modello sostenibile? Ritieni che tenga conto dei cicli di vita delle piante e del loro habitat?
Il prato con l’erba alta, secondo il nostro modo abituale di pensare ai prati di città, ha un aspetto trascurato e un look più “campagnolo”, ma è solo un punto di vista che potrebbe essere modificato – a seconda del contesto e del tipo di giardino (per esempio se si tratta di un giardino “informale”) – e che non tiene in conto di altri numerosi vantaggi:
- le linee più morbide e ondulate dell’erba alta – a seconda del contesto – potrebbero smorzare la rigidità delle forme dello spazio verde e attutirne alcuni difetti;
- mantiene fresco il terreno e consente di trattenere l’acqua, necessaria anche ad arbusti e alberi che vivono nello stesso contesto;
- con le temperature estive, si “brucia” molto meno facilmente;
- contribuisce a mantenere più fresca l’intera abitazione durante i periodi più caldi;
- trattiene anidride carbonica;
- permette ad api e ad altri insetti impollinatori di trovare nutrimento e ristoro;
- preserva il terreno dall’erosione;
- si autorigenera.